Stranger of Paradise Final Fantasy Origin Recensione del videogame disponibile per PC, console Playstation (la versione da noi testata, più esattamente per PS5) e Xbox. SoP è a tutti gli effetti uno spin-off action combat di Final Fantasy realizzato grazie alla collaborazione tra Square Enix ed il Team Ninja di Tecmo Koei.
Non si tratta però di una prima volta visto che la collaborazione aveva portato già alla produzione di un’altra produzione, quel Dissidia Final Fantasy NT uscito nell’oramai lontano 2015 e che si rivelò ben al di sotto delle aspettative. Questa volta anticipando le conclusioni, possiamo dirvi che siamo di fronte ad un’esperienza di gioco molto più convincente se pur anche qui non manchino limiti e difetti. Ma andiamo con ordine…
SoP è ambientato nell’universo immaginifico del primissimo capitolo di Final Fantasy. Chi lo ha giocato dunque probabilmente ricorderà il regno di Cornelia dove troviamo il biondo platinato Jack che assieme agli ugualmente appariscenti Jed ed Ash dovranno sostanzialmente salvare tutti dalla consueta minaccia di un male oscuro questa volta rappresentato da una fortissima entità chiamata Caos.
Se tutto vi sembra fin troppo banale, in realtà c’è dell’altro che nel proseguo dell’avventura cambierà del tutto la lettura di quanto appena scritto. Senza darvi alcuno spoiler, vi possiamo però dire che nell’insieme l’idea di fondo è buona anche se poteva essere sviluppata decisamente meglio soprattutto sul fronte della stesura della narrazione stessa.
Ma il punto forte di SoP è indubbiamente il gameplay in senso stretto disponibile per il single player o il cooperativo on line per un massimo di tre giocatori. Team Ninja come punto di partenza ha deciso di scegliere uno dei suoi migliori prodotti più recenti, Nioh per poi forgiarlo e renderlo più adatto alle caratteristiche peculiari della serie di Final Fantasy. C’è molto di Nioh ad esempio nel sistema di evoluzione del nostro alter ego personalizzato e chi conosce bene il titolo appena citato in rapida sequenza due volte, sa che si tratta di uno dei migliori a livello di quantità di parametri su cui poter incidere e nella liberà di poter realizzare nelle combinazioni difficilmente rintracciabili in altre produzioni simili.
Ad una struttura ugualmente simil “soulslike” ed esplorativa, si innesta poi un sistema di combattimento molto profondo e che abbiamo trovato incredibilmente ben fatto ed equilibrato. Il tutto si manifesta al massimo poi nei boss fight, decisamente impegnativi ma non impossibili e soprattutto punitivi in modo “razionale” a differenza di altre produzioni simili. Si fatica e si suda dunque ma con una coerenza interna davvero molto apprezzabile.
L’aspetto indubbiamente meno riuscito del titolo è quello tecnico. Davvero difficile vedere qualche elemento next gen e siamo andati incontro ad alcuni cali del frame rate anche scegliendo la modalità performance. Nell’insieme il gioco non è brutto da vedere ma, lo ripetiamo, sembra provenire completamente dagli anni della Playstation 4 sotto ogni aspetto.
Le cose vanno molto meglio con l’audio: la colonna sonora è di pregio così come gli effetti ambientali di ogni genere. Discreti anche i dialoghi che però non sono doppiati in italiano. Nel nostro idioma però ci sono i sottotitoli.
Stranger of Paradise Final Fantasy Origin Recensione – IN CONCLUSIONE
Nonostante non sia esenti da limiti e difetti, non possiamo che consigliare caldamente Stranger of Paradise Final Fantasy Origin a tutti i fan del team Ninja che, come già capitato con altre serie, realizzano uno spin off action di Final Fantasy che soprattutto dal punto di vista del gameplay convince appieno. Si poteva fare di più indubbiamente sul fronte della narrazione e della realizzazione tecnica (davvero poco next gen) ma nell’insieme l’esperienza convince soprattutto a chi interessa in modo preponderante l’elemento interattivo in senso stretto all’interno di un videogame.
VOTO: 8