Qualcuno pensa, in maniera errata, che gli esports siano un mercato che piace solo agli appassionati di videogiochi un po’ nerd. Non è affatto così, sono un mercato che vale miliardi di euro e che è in profonda crescita, così come lo sono i tifosi in tutto il mondo.

Gli esports, cioè il gaming competitivo, sono una forma di competizione, appunto, che avviene tramite i videogames. Il prefisso “e”, infatti, sta per “electronic” e sottolinea l’essere completamente digitale di questo nuovo fenomeno. Gli esports, che stanno prendendo sempre più consensi anche in Italia, mettono in gioco videogamers professionisti ma anche semi-professionisti e amatoriali che si affrontano (da soli o in squadre) per combattere gli avversari. Fenomeno, quindi, inclusivo, accessibile a tutti (senza genere, razza o abilità fisica che diversifichi il giocatore o il match).

Le competizioni hanno formati differenti: possono essere, infatti, giocate 1 contro 1 o anche con più elementi contro. Negli anni, anche a discapito di un certo scetticismo iniziale, gli esports sono diventati sempre più conosciuti diventando un vero e proprio fenomeno internazionale che ha aumentato il numero di fan ma anche di tornei da disputare. Mentre, fino a qualche anno fa, le competizioni erano più che altro amatoriali adesso parliamo di un’industria vera e propria che genera milioni di euro ogni anno e che è in grandissima crescita. Si prevede, con certezza, che genererà miliardi di introiti in un prossimo futuro.

Scommesse sugli esports: un nuovo modo di giocare?

Senza ombra di dubbio gli sport online e le scommesse sugli esports sono un business multimiliardario, come riportato dal noto portale di comparazione Truffa.net, che coinvolge milioni di persone. Pensate che le statistiche danno più di un miliardo di tweet relativi all’argomento in un anno, qualcosa di inimmaginabile fino a qualche tempo fa.  Sempre più giocatori, infatti, si cimentano negli esports con sponsor, allenatori e con squadre organizzate. Un giocatore professionista viene proprio ingaggiato, come in una squadra vera, per competere nei campionati ufficiali. Proprio per questo motivo sta diventando una bella abitudine (in grande crescita) anche scommettere su questo o quel torneo virtuale come se si stesse trattando di una competizione reale (e in un certo senso lo è).

Quello che abbiamo capito, anche bazzicando un po’ il mondo del betting online, è che le nuove piattaforme hanno bisogno di palinsesti che siano sempre più ampi e ogni operatore è alla ricerca della novità che possa attirare lo scommettitore verso il sito o l’app. A questo punto è facile immaginare che le scommesse sugli esports siano stuzzicanti per coloro che amano puntare su più eventi e possono essere più incerte e più interessanti di certi campionati in cui non c’è nessun mordente e, quindi, le quote non sono così intriganti e non invogliano a giocare. Con i numeri stabili del 2022, e con una crescita già annunciata, questo tipo di sport virtuale avrà sempre più visibilità e tanta utenza in più.

Ci si può affezionare a un campionato virtuale come a uno reale?

Tutto accade sempre nel giro di poco tempo, anche per gli esports è stato così. Nel giro di un paio d’anni quello che sembrava essere un circuito di giocatori nerd è diventato un vero e proprio fenomeno di massa, complice anche la diffusione (vastissima) di console per giochi in ogni famiglia. Tutti possiamo essere dei potenziali giocatori, non ci sono, infatti, limiti d’età e un’interazione così diretta è, praticamente, impossibile con qualsiasi altro sport se non lo si vive da protagonista. Questo, dunque, fa la differenza e permette a colui o colei che seguono gli esports di affezionarsi e, probabilmente, anche immedesimarsi in una maniera ancora più sanguigna ed evidente che in un campionato in carne ed ossa con campioni reali.

La diffusione, poi, attraverso canali come Twitch ha permesso agli esports di arrivare ovunque e le sessioni di gioco sono seguitissime da tutti coloro che, anche non giocando, si sono appassionati a questo o quel campione virtuale. Nell’ultimo anno anche la nostra Serie A si è concessa il lusso di un campionato virtuale parallelo in cui ci sono state partite, ottavi, quarti, semifinale e finale, con tanto di premio finale. Insomma, ci sembra chiaro che non è più un gioco ma che è diventato un vero e proprio business sempre più fertile per il futuro.