Negli ultimi anni l’industria videoludica ha spinto pesantemente sull’acceleratore della maestosità visiva per far leva sempre più sul grande pubblico, spesso a scapito di originalità e spessore; tra l’altro, non sempre tanta magnificenza grafico ha significato creatività dal punto di vista del design.

Come per ogni regola però, anche in questo caso troviamo almeno un’eccezione, un titolo che ha il coraggio di di discostarsi dalla massa per proporre la sua idea di videogioco: signore e signori ecco a voi Puppeteer!

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In una terra lontana, un re malvagio ruba le anime dei bambini che trasforma in burattini di legno, prima di divorare le loro teste per aumentare i propri poteri. Con l’aiuto di una misteriosa strega, il nostro eroe riuscirà a rubare le forbici magiche del re e a ritagliarsi una via d’uscita tra ostacoli e nemici. 

A fronte di una trama originale e raccontata in maniera magistrale, il gioco presenta un gameplay che poggia su solide basi platform aggiungendovi però un tocco del tutto particolare.
Nelle prime fasi di gioco infatti Kutaro (questo il nome del protagonista) riuscirà a procurarsi uno speciale paio di forbici, chiamate Calibrus.

Grazie a questo strumento, il nostro eroe potrà avere la meglio sulle larve (che sono bambini trasformati in schiavi al servizio del re orso) riportandole alla originaria natura e soprattutto interagire in mille modi diversi con lo scenario, volando mentre vengono tagliati lembi di sceneggiatura, le nuvole di fumo sullo sfondo o le foglie degli alberi.

Le nostre amata forbici serviranno anche a risolvere numerosi enigmi disseminati per i livelli, tutti piuttosto creativi e che daranno al giocatore del filo da torcere. Altra caratteristica che rende questo gioco unico è la dipartita della testa di Kutaro, per cui dovremo ogni volta frugare in ogni angolo per trovarne una sostitutiva, che ci garantirà un nuovo tentativo nel caso dovessimo venir colpiti: una volta terminate le teste ci verrà tolta una vita.

Ma le teste hanno anche un’altra funzione: grazie ad esse potremo trovar speciali sfide o interagire con particolari parti dello scenario, rendendoci la vita più facile nel caso di alcuni boss fight o rivelando percorsi alternativi.

Dal punti di vista tecnico Puppeteer non si distingue certo per un motore che fa gridare a miracolo, ma riesce a catturare l’attenzione del giocatore grazie a colori molto brillanti che si amalgamo alla perfezione alle atmosfere da sogni del gioco: il character design inoltre la fa da padrone, rendendo la veste visiva particolarmente accattivante. Ottimo il sonoro con musiche orecchiabili e ben orchestrate ed un doppiaggio di altissimo livello.

IN CONCLUSIONE
Puppeteer è un titolo che riesce a discostarsi con coraggio dagli attuali dettami dell’industria videoludica che tendono a rendere i titoli troppo simili tra loro, proponendosi come platform game che riesce a dire la sua tanto in termini di gameplay che di narrazione. Certo, il titolo non è esente da difetti, come l’eccessiva facilità di alcuni punti o il rapporto non perfettamente bilanciato tra parti giocate e parti guardate, ma anche così è un prodotto divertentissimo, pieno di idee originali e situazioni uniche: assolutamente imperdibile per chi ha voglia di provare qualcosa di diverso.

GLAMOUR 8
GRAFICA 8.5
SONORO 9.3
GAMEPLAY 9.5
LONGEVITA’ 8
TOTALE 9.2