Ad Infinitum Recensione del videogame del team tedesco di Hekate e pubblicato da Nacon che ci fa rivivere la Prima Guerra Mondiale da una prospettiva del tutto inedita.

Disponibile per console Playstation (la versione da noi testata più esattamente su PS5), Xbox e PC, Ad Infinitum ci porta indietro fino al 1917 e ci fa vivere il conflitto nelle parti di un soldato tedesco. La particolarità è che il ragazzo è spirato sul fronte e ci porta in una dimensione post mortem davvero inquietante…

Ad Infinitum così ci racconta con vari flashback la storia di Johannes von Schmitt tra momenti sui campi di battaglia a situazioni ambientati nella sua casa d’origine in un crescendo di misteri e tormenti che pian piano verranno svelati nel corso di una narrazione davvero d’impatto, coerente e convincente che spinge sull’acceleratore dell’emotività.

Un videogame però ovviamente deve avere una componente interattiva e Ad Infinitum si muove sostanzialmente sulle dinamiche di un’avventura a tinte horror con tantissimi puzzle da risolvere per proseguire nell’intreccio narrativo. La risoluzione degli enigmi è convincente mentre l’assenza di una mappa dei vari livelli a volte rallenta un po’ il proseguo della vicenda e, secondo l’opinione di chi sta scrivendo questa recensione, si tratta dell’unico elemento negativo dell’intera produzione.

Sul fronte della realizzazione audiovisiva non possiamo che lodare il lavoro svolto dal team di Hekate. Tecnicamente il gioco, considerando comunque la produzione “indipendente”, non ha difetti di sorta, proponendo anche degli ottimi effetti visivi che rendono ancora più d’impatto situazioni enormemente drammatiche. Sul fronte estetico si possono trovare “ispirazioni” evidenti da film e videogiochi horror di successo ma senza mai sfociare in eccessi.

Buonissima anche la componente sonora in tutti i suoi elementi: musiche di accompagnamento, effetti audio e dialoghi. Questi ultimi sono disponibili in inglese, francese e tedesco ma quanto meno ci sono i sottotitoli in italiano e per un titolo sostanzialmente “indie” non era affatto scontato.

Ad Infinitum Recensione – IN CONCLUSIONE
Ad Infinitum non è certo un titolo per tutti, vuoi per la durezza con cui racconta i traumi della guerra (in questo caso il primo conflitto mondiale ma dopo oltre 100 anni le cose non è che siano poi cambiate tanto quando si parla di guerra), vuoi per un ritmo narrativo che a volte risulta essere particolarmente lento soprattutto per la risoluzione di alcuni puzzle. Detto questo il team tedesco di Hekate va premiato per il loro titolo di debutto che risulta essere per molti versi originale, sicuramente coraggioso ed molto incisivo. Da consigliare senza ombra di dubbio.

VOTO: 8