Fist of the North Star Lost Paradise segna il debutto di uno dei personaggi più amati in Italia, Ken il Guerriero, su Playstation 4. Indubbiamente un connubio che sin da subito ha esaltato i tantissimi fan del maestro di arti marziali in un futuro distopico post atomico. Dovendo guardare il bicchiere mezzo vuoto, Ryû ga Gotoku Studio, il team di SEGA che ha realizzato la serie Yakuza, ha creato un titolo per molti versi ancorato a dinamiche vetuste, forse più inclini alla Playstation 3.

D’altra parte però, guardando il bicchiere mezzo pieno, Fist of the North Star Lost Paradise (qui tutte le recensioni italiane) è senza ombra di dubbio il miglior videogame dedicato al mitico Ken di sempre. Nei prossimi paragrafi cercheremo dunque di descrivervi tutto sul titolo per aiutarvi dunque a comprendere se possa fare o meno al caso vostro.

Il videogame si apre con il nostro Ken nella fortezza di Shin in quello che risulta essere una sorta di vero e proprio tutorial al combat system. Fist of the North Star Lost Paradise ha subito dalla sua la capacità di farci sentire davvero Ken con le sue mosse segrete in grado di far saltare in aria i vari nemici, che siano le orde di punk post atomici o i super mega boss di fine livello.

Un altro elemento importante da sottolineare è che, sin dal momento in cui ci avvicineremo all’Eden per ritrovare l’amata Yuria, scopriremo che il team di sviluppo ha si ripreso fedelmente tutti i personaggi del manga/anime originale ma con una narrazione distinta per proporre una storia profondamente rinnovata. Questo ovviamente è un elemento che potrebbe piacere o meno ai fan ma indubbiamente lo studio Ryû ga Gotoku ha dimostrato un grande coraggio da questo punto di vista.

Arrivando all’Eden capiremo poi come Fist of the North Star Lost Paradise sia un titolo davvero affine alla serie di Yakuza da un punto di vista della struttura interattiva: combattimenti, esplorazione, dialoghi (in inglese o in giapponese con relativi sottotitoli nell’idioma anglosassone ma niente italiano) a volte anche molto dilatati ed anche mini giochi (di cui alcuni veramente bizzarri pensando sopratutto a Ken…) per quello che è a tutti gli effetti un open word con anche sezione di guida che francamente sono quelle meno riuscite di tutta l’esperienza proposta.

Ovviamente anche la gestione di Ken risulta essere fondamentale. Esattamente come in un gioco di ruolo, potremo aumentare i parametri del nostro eroe, aumentando anche le mosse speciali utilizzabili, tutte facilmente gestibili in velocissimi quick time event che hanno solo il difetto di una eccessiva reiterazione sin dai primi combattimenti.

A livello tecnico, nonostante la sua natura crossgenerazionale (il motore grafuci che muove il gioco è quello di Yakuza 0, uscito inizialmente su PS3), il gioco si difende ben, con personaggi realizzati egregiamente grazie all’utilizzo del cel shading. Il character design la fa veramente da padrone, tutto è realizzato davvero con un occhio estetico che farà la gioia di chi è cresciuto a pane e Ken Il sonoro non è da meno, con dialoghi perfettamente recitati e buone musiche di accompagnamento.

IN CONCLUSIONE
Fist of the North Star Lost Paradise non è sicuramente un titolo per tutti, sia per la mancata localizzazione in italiano che per la sua natura spiccatamente nipponica dal punto di vista della struttura dell’esperienza di gioco. Detto questo, chi ama da anni la saga o comunque ha un debole per Ken, non dovrebbe assolutamente farselo sfuggire visto che rappresenta una incredibile immersione in quell’universo immaginifico se pur riveduto e rivisto dal Ryû ga Gotoku Studio.

VOTO: 8

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