Outcast A New Beginning Recensione del videogame per Playstation 5 (la versione da noi testata), Xbox Serie X ed S e PC che riporta in auge una serie che non ha ottenuto fino ad oggi il successo meritato. Per parlare di Outcast però dobbiamo fare un viaggio nel tempo al millennio scorso, più esattamente al 1999…

Prodotto da Infogrames (quanti bei ricordi legati al publisher francese fin dai tempi del Commodore Amiga..) e sviluppato da Appeal, in quella lontana estate, Outcast, disponibile esclusivamente soltanto su Windows, portò molto in avanti il confine della tridimensionalità applicata agli action, della libertà d’azione all’interno di un videogame ed anche dal punto di vista narrativo, segnava picchi qualitativi veramente molto al di sopra della media.

Un prodotto quindi di straordinaria importanza nella storia dei videogiochi che probabilmente non ottenne il successo commerciale che avrebbe meritato ma che in tanti giocatori è decisamente rimasto nel cuore. A 18 anni di distanza, nel 2017 il team di sviluppo decise di riproporlo in versione rimasterizzata su PC e Console, ma a New Beginning è invece, oltre che un vero e proprio sequel, anche un nuovo, speriamo, radioso secondo inizio per la serie sempre realizzato da Appeal, il team di sviluppo originale del titolo, con la pubblicazione invece ad opera di THQ Nordic

Ci sono tanti elementi di congiunzione tra A New Beginning ed il gioco fondante la serie. In primis il mondo (in senso anche letterale) di gioco. Si torna infatti ad Adelpha, un bellissimo luogo alieno incredibilmente “green”. Torna anche il nostro alter ego virtuale, l’ex Navy SEAL Cutter Slade, resuscitato (ma comunque invecchiato rispetto alla sua controparte del 1999) dagli onnipotenti Yod, che al suo ritorno troverò la popolazione dei Talan in condizione di schiavitù, le risorse naturali del pianeta prosciugate e il suo stesso passato intrecciato con quello dei terribili invasori sulla cui natura tacciamo per lasciarvela scoprire all’interno del gioco.

E poi ancora una volta il jetpack (upgradabile di molte funzioni e potenzialmente del corso dell’avventura) del nostro protagonista la fa da padrone. Ancora una volta a distanza di 25 anni, Outcast esce dagli schemi degli open world, consentendoci una libertà di esplorazione rapida e piacevole come ben pochi altri esponenti del settore, anche i più apprezzati, propongono. Da questo punto di vista Outcast continua ad essere un gradino superiore agli altri e chi ama la componente esplorativa in un open world troverà davvero una livello di soddisfazione elevatissimo.

Non si può dire lo stesso per il sistema di combattimento piuttosto superficiale e l’eccessiva reiterazione di alcune attività (soprattutto secondarie), i due principali settore dove invece Outcast tutt’altro che eccelle. Anche sul fronte della realizzazione tecnica, in particolare per le animazioni, si vedono tutti i limiti di una produzione definibile “doppia A” e quindi c’è poco da rimproverare al team di sviluppo che, secondo la nostra opinione, ha fatto tutto il possibile per rendere l’opera il più convincente possibile con il budget a disposizione.

Niente da dire invece sull’eccellente colonna sonora che riempie davvero al meglio tutta l’esperienza di gioco. Per quanto riguarda i dialoghi non sono disponibili in italiano ma nel nostro idioma sono comunque disponibili tutti i testi a schermo, ovviamente compresi i sottotitoli per i dialoghi.

Outcast A New Beginning Recensione – IN CONCLUSIONE
Il ritorno in grande stile di Outcast nel complesso può dirsi riuscito tra elementi molto riusciti (libertà di esplorazione con il jetpack su tutti) ed altri meno (in particolare il sistema di combattimento e l’eccessiva reiterazione di alcune attività). I vecchi fan del gioco dello scorso millennio non dovrebbero assolutamente lasciarselo sfuggire ma anche ci cerca un open world differente per molti aspetti dalle dinamiche più consuete, dovrebbero assolutamente considerarlo tra i prossimi acquisti. Se avete ancora dubbi è anche disponibile una demo di OANB ovviamente gratuito.

VOTO: 8