GhostWire Tokyo Recensione del nuovo videogame di Tango Gameworks, la software house fondata dal “papà” di Resident Evil Shinji Mikami, disponibile in esclusiva per Playstation 5 (la versione da noi testata) e Windows PC.

L’ambientazione che fa da sfondo alla vicenda è ovviamente la capitale nipponica, ricreata tra realtà e “fiction” in modo straordinario. Proprio lo sfondo metropolitano è indubbiamente uno dei punti di forza del gioco insieme alla sinergia tra il nostro alter ego, Akito che entrerà in contatto con lo spirito soprannaturale di un uomo chiamato in modo misterioso KK. Questo collegamento ultra terreno ci spingerà ad affrontare nemici diabolici anche grazie alla possibilità di evocare elementi naturali trasformate in incredibili armi.

GhostWire Tokyo è indubbiamente un mix di generi, più specificatamente lo possiamo considerare un action combat con visuale in prima persona (piuttosto peculiare come scelta ma ci sono già precedenti), una gestione del personaggio da RPG ed una struttura che riprende le dinamiche tipiche di un open world. L’innesto di quest’ultimo aspetto è quello che ci ha convinti meno in assoluto. Senza entrare nei dettagli possiamo che affermare che abbiamo trovato poco incisive le missioni secondarie, poco variegate ed in generale poco attraenti.

Avremmo preferito nettamente un titolo più lineare magari più longevo con missioni spumeggianti come quelle che spesso dovremo affrontare nella storyline principale (che prende slancio soprattutto nelle ultime ore di gioco dove sono presenti anche la maggior parte degli intriganti boss fight) dove spesso il mondo reale e sovrannaturale collimano in modo a volte terrificante.

Da un punto di vista della realizzazione tecnica, come anticipato ad inizio recensione, l’ambientazione nipponica è stata realizzata in modo davvero convincente ma anche la realizzazione dei personaggi e delle loro animazioni meritano un giudizio positivo. Da sottolineare come GWT presenti addirittura cinque modalità grafiche differenti che vanno dalla più “estrema” in fatto di risoluzione granitica a 4K a quella che invece mette il focus sui 60 fotogrammi al secondo. Nel mezzo altre tre scelte mezzane tutte da provare per comprendere quale sia la vostra preferita.

Per quanto riguarda l’aspetto sonoro, in primis possiamo contare sul doppiaggio in italiano di buona fattura, elemento da considerare sempre di più come un plus importante di questi tempi viste le scelte, purtroppo, di altre software house che con troppa frequenza limitano la localizzazione in italiano ai sottotitoli. Nulla da dire anche per tutta l’effettistica di elevatissima qualità e la buona scelta delle soundtrack che vanno da composizioni contemporanea ad altri che si rifanno alla tradizione nipponica del passato.

GhostWire Tokyo Recensione – IN CONCLUSIONE
per apprezzare GWT bisogna superare la superficie di un open world decisamente superfluo e neppure realizzato in modo particolarmente eccellente per scoprire l’essenza del nuovo titolo di Tango Gameworks che ha un’atmosfera incredibile, delle missioni principali straordinarie ed incredibilmente suggestive ed una pazzesca alchimia tra i due protagonisti. Un titolo non per tutti, un po’ come vuole la tradizione del team fondato da Shinji Mikami ma una nicchia, in particolare amante di tutto quello che viene dalla terra nipponica, lo apprezzerà sicuramente.

VOTO: 8