Rise of The Ronin Recensione dell’esclusiva di Playstation 5 realizzata dalla studio giapponese Team Ninja, amatissimo anche in occidente per tante produzioni più o meno recenti come Ninja Gaiden, Nioh e Wo Long: Fallen Dynasty.

Rise of The Ronin è ambientato nella Terra del Sol Levante, durante il periodo ribattezzato Bakumatsu e che va tra il 1853 e il 1867, un’epoca di grande turbolenza per il Giappone. Dopo 300 anni di governo dello shogunato Tokugawa, l’arrivo delle navi occidentali e della volontà di influenzare ampiamente il Giappone ha sconvolto le fondamenta della società nipponica. Il paese è dilaniato da guerre, epidemie e agitazione politica.

Nel contesto sopra esposto che segna un passaggio molto importante ma anche critico nella storia del Giappone, vestiremo i panni di un ronin, un samurai senza padrone, che cerca di farsi strada tra le guerre e i disordini politici che definirono quell’epoca.

Nel corso del gioco, affrontabile completamente in single placer ma con la possibilità di affrontare le missioni principali in co-op online per gruppi di tre giocatori e scegliendo tra tre livelli di difficoltà differenti, dopo che avremo potuto personalizzare il nostro alter ego a nostro piacimento con un eccellente editor, il ronin dovrà compiere diverse scelte che influenzeranno il destino del protagonista e del Giappone stesso. Le sue azioni dunque avranno un impatto sulla trama, sui personaggi (molti dei quali realmente esistiti) che incontrerà e sul futuro del paese. Il protagonista si troverà dunque coinvolto in diverse faide tra fazioni rivali, tra cui lo shogunato Tokugawa, gli imperialisti,e gli stranieri. Dovrà scegliere da che parte stare e quali cause supportare con conseguenze sull’esperienza di gioco stessa.

Detto della trama e del contesto storico in cui è ambientato Rise of The Ronin, andiamo ad analizzare la struttura proposta dal Team Ninja per questa esclusiva (non sappiamo allo stato attuale se definitiva o soltanto temporale…) Playstation 5. Gli sviluppatori sostanzialmente hanno deciso di prendere sostanzialmente le caratteristiche del loro combat system ovviamente riveduto e corrette per il background differente all’interno di un mondo di gioco più libero in stile (quasi) open world con la possibilità di esplorare le versioni passate di città quali Yokohama, Kyoto ed Edo

Cosa possiamo dire di questo processo? Che Rise of The Ronin porta avanti l’eccellenza del Team Ninja in fatto di gameplay dei combattimenti: risultano essere quanto di meglio è disponibile attualmente sul mercato, ovviamente secondo la nostra opinione, con una differenziazione delle armi incredibilmente variegata e che prende a piene mani gli arsenali di oriente e occidente disponibili in quel particolare periodo storico. Ovviamente poi Team Ninja significa sempre una gestione delle parate (e relativa stamina da gestire al meglio) superlativo. Non entriamo nel dettaglio ma come già specificato, siamo di fronte a qualcosa di straordinario ed il cui livello di difficoltà questa volta è personalizzabile, rendendo più inclusiva l’esperienza proposta rispetto ad altre produzioni di Team Ninja anche se alcuni boss anche a livello intermedio richiedono molta “dedizione” per farli capitolare. Non manca neppure qualche influenza stealth anche se in questo caso siamo su livelli positivi ma più nello  standard.

Le magagne però arrivano per la struttura a (quasi) “mondo libero”. I limiti sono ben presenti in primis nelle missioni secondarie, sia derivative da altre produzioni, sia tendenti alla ripetizione già nel medio periodo. Comprendiamo che questa produzione sia iniziata ben 7 anni fa con vari stop & go per altre produzioni ma nel 2024 le side quest (che a volte risultano anche importantissime da compiere per far salire di livello il personaggio per alcuni scontri molto impegnativi) sanno davvero troppo di già visto e a volte anche di noioso con l’eccezione di qualche mini game comunque piacevole.

L’altro aspetto riguarda la realizzazione tecnica. Rise of The Ronin nelle ambientazioni più ristrette si presenta in gran forma ma quando poi ci ritroviamo in situazioni più ampie, si presentano vari tipi di magagne tecniche tra cui anche cali di frame rate (pur scegliendo la modalità performance che dovrebbe in teoria garantire i 60 fotogrammi al secondo) che non portano a problemi di giocabilità ma sono davvero vistosi. Anche alcune animazioni fanno un po’ storcere il naso (non quelle di combattimento: da questo punto di vista nulla da dire!) così come le texture degli ambienti di gioco più ampi.

Per quanto riguarda infine il sonoro, la soundtrack è maestosa e ci fa sentire davvero immersi nel Giappone del passato. Il gioco è stato anche doppiato completamente in italiano. Il livello è più che discreto a livello generale ma se consideriamo Rise of The Ronin una produzione “interna” di Sony, la qualità è un po’ più bassa rispetto agli standard a cui siamo stati piacevolmente abituati.

Rise of The Ronin Recensione Playstation 5 – IN CONCLUSIONE
La scelta del Team Ninja di optare verso l’open world con Rise of The Ronin può dirsi riuscita soltanto a metà. Se da una parte infatti il combat system risulti essere quanto di meglio disponibile attualmente sul mercato, lo stesso non si può dire per la realizzazione tecnica e per la qualità delle sidequest. Da consigliare o meno? Soppesando pregi e difetti, Rise of The Ronin rimane indubbiamente un titolo da consigliare ai fan del Team Ninja senza ombra di dubbio a patto ovviamente di chiudere un occhio sulle criticità appena esposte visto che l’esperienza di gioco in senso stretto rimane convincente appieno grazie alla parte combat che rimane sublime.

VOTO: 8